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Talking to a dog in Florence

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«Vedi, non è che non mi interessino gli odori
della strada: è che c'è altro che mi distrae e guida
su, su per i palazzi, le piazze, le fontane
come memorie di bellezza, moniti di ciò che può essere
quando è,» dice la donna col buffo cappello
al suo cane rosso, un bastardino con gli occhi vivaci
che se potesse piscerebbe sul David, nel loggiato,
persino sulla torre di Giotto o su ciascuno degli otto angoli
del Battistero. Ovunque, insomma:
ovunque si nasconda il mistero della perfezione.
 «Tu sai cose che io non so, ma anch'io, sai, anch'io
ho i miei segreti,» aggiunge lei strattonando la povera bestia
che la guarda con occhi rotondi, non desiderando altro
che un bell'albero, un fazzoletto di verde, anche minuscolo,
anche terroso, purché sia. Ma quella, pensa lui, non capisce
proprio niente. Ha anche lei gli occhi rotondi, e sospira
«che meraviglia!» ad ogni pie' sospinto. Intanto, cala la sera.
È tempo di tornare a casa, per la donna e per il cane.
«Le piscerò in salotto,» si dice lui, che non parla,
ma impara presto. 

 

 

 Franca Figliolini - 12/04/2016 22:23:00 [ leggi altri commenti di Franca Figliolini » ]

grazie roberto :-)

 Roberto Maggiani - 12/04/2016 01:16:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

L’ho trovata simpatica e ben scritta.

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